mercoledì 22 novembre 2006

Troppa TV induce i giovani a bere e alla droga

da www.ansa.it

da leggere e riflettere

MILANO – Guardare la televisione più di tre ore al giorno, nell'età dello sviluppo, influenza negativamente lo stile di vita dei giovani, tanto da indurli a bere di più, a fumare di più e ad avere una maggiore continuità con la droga. Senza contare che, secondo uno studio pubblicato sul British Medical Journal, guardare la TV più di 5 ore al giorno all'età di 3-4 anni stimola lo sviluppo di comportamenti aggressivi più della media, fino a farli sfociare nel bullismo. Dati che preoccupano gli esperti, visto che circa il 30% dei bambini italiani passa troppe ore davanti alla televisione. Ma c'é una nota positiva: nel 2006, per la prima volta dal 1997, i giovani che passano troppo tempo davanti alla TV sono diminuiti. Si è parlato di questo a Milano, dove l'Osservatorio adolescenti della Società Italiana di Pediatria ha presentato il decimo rapporto annuale sulle abitudini e sugli stili di vita dei ragazzi. Il rapporto, basato sulle interviste di oltre 1.200 giovani tra i 12 e i 14 anni, ha evidenziato rispetto all'anno scorso un aumento del 5% del fenomeno dei 'bulli', ma anche una sorta di contraddizione su come gli adolescenti percepiscono il rischio: infatti, anche se la stragrande maggioranza (86-87%) dei partecipanti all'indagine considera pericolose azioni come fumare canne, guidare senza patente, rubare o avere rapporti sessuali non protetti, quasi il 62% di loro assume apposta questi atteggiamenti, soprattutto per "dimostrare il proprio coraggio" (81% dei casi) e "per sentirsi grandi" (71%). Il problema, secondo Giuseppe Saggese, past president della SIP, "non è solo la latitanza della famiglia e della scuola: i giovani sono sempre più immersi in un mondo mediatico, guardano troppa TV, hanno il computer, il cellulare, e il loro modo di comunicare è totalmente cambiato". "Con sole 2 ore al giorno di televisione - continua Saggese - passano davanti ai loro occhi più di 5 mila spot di prodotti alimentari, e bisogna ricordare che, come si legge dai dati dell' indagine, il 90,8% dei giovani desidera ciò che vede in pubblicità. Se aggiungiamo che oltre il 70% dichiara di 'mangiucchiare' davanti alla TV, e che i programmi presentano sempre più un modello di bellezza ispirato all'essere magri, non è difficile vedere in questo una causa dei disturbi della condotta alimentare", sia come obesità sia come anoressia. Sempre dall'indagine si legge che il 60% delle ragazze "vorrebbe essere più magra"; circa una giovane su quattro ha provato una dieta, mentre un altro 15% circa vorrebbe iniziarne una. Solo il 32% di chi l'ha già fatta si è rivolto al medico, mentre la restante percentuale si fa consigliare da amici, dai siti internet o si auto-prescrive la dieta. La scuola, in ogni caso, non aiuta molto a insegnare uno stile di vita corretto e meno sedentario: "Servirebbe fare meno ore di latino e greco - aggiunge Saggese - e più ore di educazione sessuale e di educazione fisica. Adesso ne viene fatta solo un'ora, al massimo due, mentre ne servirebbero almeno il doppio. Le palestre delle scuole dovrebbero essere usate di più, magari anche impiegandole a basso costo per far muovere i giovani al di fuori dell'orario scolastico". Ma anche se i pediatri si appellano alle famiglie, alla scuola, alle istituzioni e alle industrie alimentari per migliorare la situazione in cui si trovano i giovani d'oggi, non mancano le critiche: "Per la prima volta, nel Consiglio Superiore di Sanità, l'organo di esperti che consigliano il Ministro della Salute - dice Giorgio Rondini, anch'egli past president della Società di Pediatria - non compare un pediatra. E' la giornata internazionale dell'infanzia, molti si riempiono la bocca di 'infanzia' e di 'bambini', e nei consulenti del Ministro non ci sono più pediatri, quando prima ce n'era sempre uno, a volte due. Certo, ci sono sociologi, psicologi, che per altri aspetti vanno benissimo; ma qualsiasi madre sa bene che è il pediatra che conosce i bambini, che li segue nell'infanzia e nello sviluppo, e che è proprio lui il medico che può attuare la prevenzione.

Ecco quanto riportato da Affari Italiani online sempre relativamente alla stessa indagine.

…. Dall’indagine emerge dunque una rarefazione del rapporto genitori-figli, causato spesso da motivi pratici e di lavoro: la conseguenza è che ci si abitua all’assenza dei familiari, anche se, campanello di allarme, il 92 % dei bambini si sente triste.

Ed io concludo dicendo che quest’ultimo dato è la dimostrazione che i cellulari, i computer, i videogiochi e la televisione non fanno la felicità dei ragazzi.
RIFLETTETE GENITORI, NON SOTTOVALUTATE QUESTI SEGNALI.

Le norme UNI per trasportare i bambini in bicicletta

da www.asaps.it

Trasportare i bambini in bicicletta in un'escursione domenicale, nel viaggio da casa all'asilo, nel recarsi a fare la spesa è economico, agevole e salutare. Ma per viaggiare o meglio, pedalare sicuri anche in compagnia dei più piccoli, è necessario secondo l'UNI munirsi di un seggiolino adeguato da montare sulla bicicletta e consigliabile indossare sempre un casco protettivo.
I requisiti di sicurezza dei seggiolini da installare sulle biciclette per il trasporto di bambini di età approssimativa dai 9 mesi a 5 anni, in grado di stare seduti da soli sono specificati nella nuova norma UNI EN 14344:2005.
I seggiolini vengono classificati in base al peso del bambino e al loro posizionamento: da 9 a 22 kg è la capacità di trasporto di quelli montati dietro il ciclista, da 9 ad un massimo di 15 kg è quella per i seggiolini montati tra manubrio e sella. Le estremità, gli angoli, le sporgenze devono essere arrotondate, ripiegate o protette con un rivestimento in plastica o similare per evitare il rischio di ferite. Particolare attenzione va anche prestata alle parti piccole componenti il sedile, che possono essere staccate e ingerite dai più piccoli.Con i metodi di prova, si legge dalla nota, si controllano la robustezza, la durabilità, i materiali dei seggiolini. La progettazione in sicurezza deve rendere impossibile il contatto tra i piedi del bambino e le ruote della bicicletta e per evitare lo sganciamento involontario del seggiolino sono previsti diversi meccanismi di attacco alla bicicletta (per esempio devono richiedere l'uso di un utensile per essere sganciati, oppure avere due dispositivi di chiusura indipendenti o, ancora, due o più meccanismi di chiusura impossibili da sganciare con un'azione involontaria). I seggiolini devono essere sempre provvisti di cinghie di sicurezza regolabili facili da allacciare/slacciare o di un equivalente dispositivo di ritenuta (sottoposti a loro volta a prove di resistenza).Visibili il numero della norma EN 14344, le informazioni generali relative al peso massimo del bambino che può essere trasportato, il nome o il marchio del fabbricante, la data e il mese di fabbricazione. Al fine del riciclo, le parti in plastica di dimensione maggiore di 15 mm devono essere marcate a loro volta con il simbolo di identificazione del materiale di composizione. Le informazioni per un utilizzo sicuro dei seggiolini devono essere ben visibili sull'imballaggio o direttamente sul seggiolino, accompagnate dalle istruzioni per l'uso, il montaggio e la manutenzione. Ma non basta. Secondo l'UNI per "pedalare sicuri" si deve soprattutto ridurre il rischio di lesioni alla testa in caso di caduta o di incidente: ciclisti e passeggeri possono proteggersi indossando un casco di protezione destinato ad assorbire parte dell'energia dell'impatto. La norma UNI EN 1078:1998 specifica i requisiti e i metodi di prova relativi alla loro costruzione: leggeri e ventilati, facili da indossare e da togliere anche per chi utilizza occhiali, devono consentire un'ampia visione, non devono limitare la capacità uditiva e, al loro interno, devono essere rivestiti con materiali non irritanti.Le prove che devono superare i "caschi sicuri" sono relative alla loro capacità di assorbimento degli urti (devono fornire protezione alla fronte, alla nuca, ai lati, alle tempie e alla sommità della testa), alla facilità di sgancio, alle proprietà del sistema di ritenuta finalizzato a trattenere il casco sulla testa (inclusi i sottogola e i dispositivi di fissaggio). L'UNI consiglia di guardare le apposite etichette che sono marcati in modo leggibile e durevole, con l'indicazione EN 1078 e con la sigla CE, riportano le informazioni relative al nome o marchio del fabbricante, al modello/ taglia/peso del casco, all'anno e al trimestre di fabbricazione.
E non deve mancare l'indicazione "Casco per ciclisti".

venerdì 17 novembre 2006

SMETTIAMO DI DARE LA COLPA AGLI ALTRI

Dopo il tragico incidente di lunedì 13 novembre in viale Unità d’Italia, l’attenzione che viene rivolta al tema della sicurezza stradale è molto forte.
Questo argomento esplode in tutta la sua gravità in concomitanza di eventi tragici, quando forse sarebbe il caso di fermarsi un attimo a riflettere nel rispetto del dolore di chi è stato colpito duramente, e magari chiarirsi le idee per affrontare successivamente con lucidità il problema.
In questi giorni ho letto e sentito di tutto; critiche alla viabilità ( incroci pericolosi, rotatorie che non servono..), critiche all’amministrazione comunale ed alle forze dell’ordine ( servono maggiori controlli ) e per finire anche le critiche per le sanzioni prese per eccesso di velocità. Ritengo sia ingiusto addossare le colpe solo all’amministrazione comunale ( certo, le criticità ci sono e vanno risolte ) , i risultati ottenuti con l’installazione delle rotatorie sono visibili a tutti ( a proposito, sarebbe opportuno che molti utenti si aggiornassero su quelle che sono le regole per affrontare dette rotatorie ) o criticare le forze dell’ordine se ci viene elevata una contestazione per eccesso di velocità o divieto di sosta. Non ho sentito però nessuno (eccetto quanto espresso dall’assessore Barsi) puntare il dito sul comportamento di chi si trova alla guida di un veicolo. Ognuno di noi, nessuno escluso, anche involontariamente, può generare situazioni di pericolo. Cerchiamo di essere obiettivi; scooter che sfrecciano a destra delle macchine che sono ferme ai semafori ( non sono solo i ragazzi a farlo ), c’è chi sorpassa gli autobus mentre sono fermi per far scendere i passeggeri, macchine lasciate in doppia fila anche in prossimità di incroci, e poi quanti danno la precedenza ai pedoni sulle strisce? Ed il telefonino? Oggi non basta più telefonare mentre si guida, ma si mandano anche gli sms ( anche chi va in scooter ). Abbiamo preso dei vizi che nemmeno ci rendiamo conto dei pericoli che possiamo generare; pensiamoci bene.
E non cadiamo nell’errore di pensare che TANTO A ME NON SUCCEDE.
Il problema della sicurezza stradale deve essere vissuto tutti i giorni; tanto lavoro deve essere fatto dalle amministrazioni per garantire la sicurezza sulle strade, ma il primo passo lo dobbiamo fare noi utenti cominciando a rispettare ( condividendole o no ) le regole più elementari del codice della strada.
Non serve fare polemica, ognuno di noi faccia la sua parte; non lasciamo cadere nel vuoto il sacrificio di chi è rimasto vittima della strada.

martedì 14 novembre 2006

E' ORA DI FARE QUALCOSA

Altro fine settimana e altre lacrime per due giovani vite spezzate e una vita rovinata per sempre. Mi riferisco al terribile incidente avvenuto in provincia di Bolzano dove un giovane di 21 anni, alla guida in stato di ebbrezza, ha letteralmente falciato, uccidendole, due ragazzine di 15 anni : il ragazzo andava a circa 100 kh/h dove c’era il limite di 50, non si è fermato dopo l’impatto perché dice di non essersi accorto di niente. Due anni fa gli era stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza.
Anche questa volta sono sempre i soliti a far sentire la loro voce, ma chi dovrebbe ascoltare non ascolta.
Non possiamo continuare così, occorre cambiare le regole. Per il rispetto di tutte le vittime di incidenti causati dall’alcol e per i loro famigliari.
I nostri amici dell’Asaps lo sostengono da molto tempo; fermiamo questa strage; inaspriamo le pene; ma perché dobbiamo sempre farci scappare il morto.
Non so cosa avesse bevuto questo ragazzo, vino, birra, superalcolici….non importa, sta di fatto che era ubriaco. Chissà se i proprietari del pub Los Panineros hanno appreso questa notizia; sig. Leo, ecco a cosa può portare un invito come quello da Lei fatto: quelli del TG 1 hanno dato la notizia dell’incidente di Monte San Pietro, e chissà se sono sempre d’accordo sul fatto che chi beve vino campa cent’anni.
Siamo un paese dove il primo contatto con l’alcol avviene a dodici anni, ci bombardano di pubblicità sul bere, circa il 40 % degli incidenti stradali sono alcolcorrelati.
E’ ora di fare qualcosa di concreto: facciamolo per Anna e Stephanie e per tutti quelli che prima di loro sono rimasti vittime non solo delle auto ma di questo sistema irresponsabile.

venerdì 10 novembre 2006

Un Altro pericolo per i ragazzi

Da LA NAZIONE del 10.11.06

Sul numero de La Nazione di venerdì 10.11.06, è stato pubblicato un breve articolo che riporto testualmente di seguito :
“ Una bambina viene sepolta viva dopo le violenze psico-sessuali e fisiche di ogni genere. I suoi aguzzini? Altre bambine, cattive, molto cattive. E’ la trama di Rule of Rose, un videogioco sconvolgente che dal 24 novembre sarà messo in commercio in Italia con la dicitura ‘ vietato ai minori di anni 16 ‘ “

Ecco alcune recensioni raccolte sul Web.

Un horror fuori dal comune
Affermatosi come genere videoludico di altissimo rilievo, l’horror ha visto aumentare, giorno dopo giorno, i suoi esponenti. Ci sono gli horror basati sull’azione come Resident Evil di Capcom, quelli basati sulla sorpresa come Poject Zero di Tecmo, e quelli basati sull’attesa come Forbidden Siren di Sony. Poi ci sono i must, come Silent Hill di Konami. E le nuove ed interessanti proposte, come Rule of Rose di Punchline.Rule of Rose vuole stupire il giocatore seguendo una nuova strada che porti all’orrore, non i soliti zombie insanguinati, né i fantasmi o gli Shibito: Rule of Rose vuole terrorizzare coi bambini.

VIDEOGAME: ARRIVA "RULE OF ROSE" CON LE BAMBINE SADICHE
Le immagini del videogame, scrive "Panorama", "sono pervase da sottintesi omosessuali resi piu' inquietanti dalla giovane eta' delle protagoniste". Per Yuya Takayama, inventore del gioco, "The Rule of Rose" non e' affatto pericoloso, anzi e' catartico: "Vuole dimostrare quanto un adulto possa essere terrificante per un bambino - spiega a "Panorama" - ma anche il perfetto contrario, ossia quanto un bambino possa divenire terrificante per un adulto". "The Rule of Rose" e' l'ultimo di una serie di videogame basati sulla violenza e il sadismo, scrive "Panorama", che li ha analizzati uno per uno.

Gravi problemi di censura
Perversione, sesso, omosessualità, pedofilia, leggende folcloristiche, avvistamenti ufo, tecnologia e sadomasochismo. Una lista di argomenti che tutti insieme creano un forte contrasto che si alterna mesi dopo mesi dell’anno 1930. La censura denuncia: il gioco tratta argomenti e scene che non andrebbero certo presi alla leggera, tanto meno in un videogioco. Ed è dopo questa notizia che le già ottime vendite orientali sono aumentate a dismisura. Il gioco rischia l’esclusione dal mercato occidentale ma fa notizia. Come può, dunque, la Sony dire di no alla conversione occidentale di un videogioco (il cui genere è già molto apprezzato) che gli ha fruttato un bel po’ di quattrini? Ed è così che nasce il dibattito aperto ed acceso a quattrocchi fra la censura occidentale e la multinazionale Sony. Scene in cui due fanciulline si tengono per mano e si dicono dolcemente Principessa...ti ho salvata...in cambio un bacio... E si arriva ad una scena saffica leggermente camuffata da inquadrature che lasciano “mal” immaginare. Non mancano nemmeno veri e propri atti di perversione fisica, che raggiungono il culmine dell’orrore proprio perché le protagoniste di tali scene sono tutte infanti. Sony ha giocato davvero pesante, ha azzardato non poco con l’universo videoludico.

....ma come si fa a permettere di mettere sul mercato una simile vergogna. Non ho parole

sabato 4 novembre 2006

CAMPAGNE RICHIAMI PER VEICOLI

Forse non tutti sanno che ogni anno in Italia vengono richiamati migliaia di veicoli e che gli elenchi dei veicoli sottoposti a richiamo sono di dominio pubblico.
Questo lo ha voluto il Ministero dei Trasporti che da anni ha firmato un accordo con le case automobilistiche che si sono impegnati ad autodisciplinarsi e a comunicare tempestivamente al Ministero dei Trasporti eventuali scoperte di difetti che possano causare rischi per l’incolumità dei conducenti.

Importante!
L'accordo prevede inoltre che i proprietari dei veicoli o dei motocicli interessati vengano informati tramite lettera ove dovranno essere indicati gli interventi necessari per rimediare al difetto – che verrà riparato gratuitamente – e dove rivolgersi per la riparazione.
Il Ministero dei Trasporti mette a disposizione una ricerca su tutti i modelli di auto, moto e camion in commercio attualmente sotto richiamo.
L’elenco lo puoi trovare visitando il sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Www.infrastrutturetrasporti.it seguendo il percorso
Trasporto terrestre – Trasporto Stradale – Automobilista – Albo dei richiami

venerdì 3 novembre 2006

HALLOWEEN : DOLCETTO O SCHERZETTO?

….Oppure sarebbe meglio dire “ ALCOL, PETARDI O CAZZOTTI ? “
Confesso la mia più totale ignoranza in merito alla festa di Halloween; mi sono documentato ed ho scoperto che Halloween è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana, ora tipicamente americana e canadese. Tuttavia le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee, viene infatti fatta risalire al 4.000 a.c..
Però credo che in Italia abbia preso campo solo negli ultimi anni, nel pieno rispetto delle regole moderne che ci vedono inevitabilmente protagonisti nel cercare di imitare ed importare il più possibile, tutto quanto ci viene proposto dagli americani ( purchè ci faccia fare soldi ).
Bene, un motivo in più per fare festa e dare la possibilità a bambini e ragazzi di passare una giornata di felicità, divertimento ed allegria come se fosse un secondo (o terzo visto che ora c’è anche quello estivo) carnevale.
Poi, passata la festa, si aprono i giornali e ci troviamo di fronte ad una serie di episodi che fanno passare in secondo piano gli sforzi delle persone che, con ammirevole impegno e dedizione, si sono prodigate nel preparare le varie feste per grandi e piccini.
Mi hanno dato nell’occhio gli articoli dei quotidiani sul resoconto di questa “festa”, così ho voluto approfondire e devo dire che mi sono trovato di fronte ad un quadretto che secondo me deve far riflettere.
Si va dagli episodi più gravi come la morte di due bambini, di 7 e 10 anni a Bergamo e Lecce, ai casi di coma etilico ( 3 ragazzi in Trentino ); non si contano i casi di ubriachezza ( ad una ragazza di 21 anni è stato riscontrato un tasso alcolemico di 3,8 di 7 volte superiore a quello consentito a chi guida ): ed in Toscana riscontriamo risse con numerose persone che hanno dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso, patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza, atti vandalici ed uso improprio di petardi (questo anche a Piombino e Venturina).
Ragazzi miei, se questi devono essere i risultati è bene che questa festa se la riprendano gli americani.

giovedì 2 novembre 2006

IN EUROPA DIMINUISCE LA MORTALITA' STRADALE

Faccio un riepilogo di quanto pubblicato quest’oggi, 2 NOV 06, sul sito dell’Asaps.

Il rapporto dell’ETSC ( European Transport Safety Council ) riporta che dal 2001 al 2005 c’è stata una diminuzione della mortalità stradale nei 25 paesi controllati dall’ETSC stessa.
La Francia è quella che ha registrato la diminuzione maggiore della sinistrosità attestandosi su un 34,8% in meno; al secondo posto troviamo il Belgio con -26,7 %; terzo posto per il Portogallo ( fino a pochi anni fa la maglia nera della classifica ) con il 25,4% in meno; seguono la Svizzera -24,8%, Paesi Bassi e Svezia -24,5%, Germania -23,2%, Austria -19,8%, Spagna 19,5%, Norvegia -18,5%, Grecia -14,2%.
E l’Italia ? beh, incredibile ma vero, siamo l’unico paese a non aver fornito i dati del 2005.
Concordo pienamente con quanto dichiarano gli amici dell’Asaps nel loro articolo; “ come facciamo a parlare di sicurezza stradale, se nemmeno noi sappiamo quanti sono i morti ed in che misura sono state prese le contromisure adottate?

Per un paese del G8 E’ UNA VERGOGNA "