sabato 29 giugno 2013

VOLONTARIA PER UN BICCHIERE DI TROPPO

Pubblico un estratto di un articolo pubblicato su Il Tirreno; credo che possa essere oggetto di riflessione per molte persone.
Brava Alessandra

"Doveva essere un’allegra serata con amiche, una di quelle che di rado si concedono le madri di famiglia, tranquille e responsabili. Alessandra Rosati ricorda benissimo quel 6 marzo del 2011. «Ero stata a cena fuori vicino a Montecatini. Avevo bevuto un bicchiere di vino, ma avevo mangiato poco, giusto tre penne, perché il cibo non era molto buono. Molto probabilmente è stato il cuba libre che ho bevuto dopo». Ripresa la via del ritorno verso Prato, ma la sfortuna le si accanì contro. «Forai nella galleria di Serravalle, ma non sentendomi sicura, cercai di portare fuori la macchina e di fermarmi nella piazzola di sosta all’esterno. Era buio, ero sola. Pensai a chiamare il carroattrezzi. Vidi arrivare un’auto della polizia stradale, ero felicissima, finalmente ci sarebbe stato qualcuno a darmi una mano. Mi fecero l’alcoltest. In quel momento non pensavo assolutamente a quello che avevo bevuto, anche perché stavo bene, ero solo un po’ impaurita per il guasto che mi era accaduto. Mi portarono in caserma. Che brutta sensazione, provai vergogna». Anche per lei molti mesi dopo si è pronunciato il giudice con la condanna: trenta giorni di reclusione con la condizionale e 8.670 euro di multa, oppure la pena alternativa da scontare con 66 ore di servizi sociali. «Ho fatto richiesta di svolgere l’attività alla Pubblica Assistenza. Ho iniziato a febbraio e mi sono accordata con il responsabile Giancarlo Bettarini per il calendario da seguire e le mansioni da svolgere. Vengo due volte a settimana e faccio affiancamento in quelle attività rivolte agli anziani e agli invalidi». Un’esperienza che l’ha segnata profondamente e che, allo stesso tempo, le ha dato nuova speranza. «All’inizio è stato molto doloroso, oggi posso dire di aver scoperto un mondo meraviglioso in cui ci sono davvero tante persone che necessitano del tuo aiuto. Al termine del mio percorso, ho deciso di rimanere come volontaria all’interno dell’associazione, farò i corsi necessari per poter svolgere le varie attività come soccorritrice. Alla fine posso dire che tutto questo mi è servito e mi ha dato un nuovo approccio alla vita. Penso che il riscatto sociale sia la migliore forma di reinserimento». Il consiglio di Alessandra è per tutti: «Serve avere più consapevolezza di se stessi. Serve conoscere i propri limiti. Non strabere, per una bischerata ti puoi davvero rovinare»."